Questo racconto di momenti spensierati della mia gioventù lo dedico a quanti come me sono costretti a un isolamento forzato! Negli anni 70 e 71, interruppi per un poco il mio interessante girovagare per l’Europa. Mio padre stava poco bene e c’era bisogno della mia presenza sul posto. Il Signor Sellner e Alide Fedrizzi, che conoscevo da quando ero cassiere al Pignatiello, mi dissero che c’era una possibilità per me al “Ricevimento” dell’Isabella. Non mi feci sfuggire l’occasione, accettai subito. L’ambiente era familiare e interessante: fui messo subito a mio agio. La clientela, a differenza degli alberghi di città dove ero stato fino ad allora, era differente. Erano persone più disponibili al dialogo cosa che negli alberghi di transito, di città, gli ospiti, presi da impegni di lavoro, non avevano tempo di fermarsi e scambiare qualche parola. A dire il vero, con molti ospiti americani avevo un po’ di difficoltà a comunicare anche se ero stato quasi per due anni in Inghilterra. Il loro “inglese” era molto differente dall’Inglese appreso a Londra, mi ci volle parecchio per abituarmi. Grazie a Paola Starace che veniva invitata sugli yacht di questi personaggi, ebbi occasione di trascorrere del tempo con persone che non avrei mai immaginato di incontrare e discorrere: da Montanelli ai Walton, dal Dr. Barnard al Barone Philippe de Rotshild. Intensificai di nuovo i contatti con i miei amici di sempre. La sera, finito il lavoro, correvo di corsa alla “Casa Rosa” che era l’edificio dove alloggiava il personale degli alberghi. Avevo una stanzetta tutta mia per cambiarmi e fare una doccia e via con gli amici a Porto d’Ischia. Capitava che uscivo dall’albergo la sera e, al mattino, il tempo di fare una doccia, cambiare gli abiti per iniziare una nuova giornata di lavoro senza aver dormito. Pazzie che solo in gioventù puoi fare! La sera, si andava sempre verso il lato destro del porto d’Ischia. Luogo che veniva chiamato “rive droite”. Vi era un grande fermento e si aveva la possibilità di conoscere ragazze da tutta Europa. Nel porto erano ancorati yachts del Jet-set mondiale, con personale in livrea: era uno scintillio totale. Sedute ai tavoli dei ristoranti, bar, taverne incontravi turiste straniere che si abbandonavano al suono delle chitarre e alle voci calde delle melodie napoletane e italiane. Alla “Lampara”, il locale di Tonino Baiocco, c’era il famoso dottor sudafricano Christian Barnard con la sua nuova fiamma Barbara Zoellner, i cui genitori erano assidui frequentatori del Regina Isabella e tanta altra gente famosa che ammiravi sui giornali durante l’anno. I chitarristi delle taverne erano molto esperti perché, a secondo del pubblico presente nel locale, intonavano canzoni del loro luogo di provenienza. Si cantava tutti insieme, in gruppo, canzoni napoletane che erano piene di doppi sensi e venivano accompagnate da risate e gesti. Fra un bicchiere e l’altro di vino il contatto era facilitato. Le bionde attiravano di più la nostra attenzione. Per questo coi miei amici Raffaele, Federico, Antonio, Lino, Nello e tanti altri si andava in gruppo sul porto. Diciamo che col mio amico Raffaele Pisani eravamo più in sintonia per le “conquiste”. Il massimo del divertimento era quando ci arrampicavamo verso il suggestivo locale “La Pinetella” che era ubicato sulla collina che portava a Fiaiano da dove si godeva una vista da sogno. Con una Cinquecento scassatissima, appartenuta al nostro amico Federico, facevamo le nostre scorribande fra i locali. Federico era l’unico del gruppo ad avere una macchina tutta sua, gli altri amici, se ne avevano una era di appartenenza del padre o di qualche altro componente della famiglia. Chi la dimentica più quella 500 di colore beige?! I sedili poggiavano su un pavimento della macchina sfondato sicchè, se non facevi attenzione, toccavi la strada coi piedi. Per ovviare all’incomodo usavamo dei pezzi di legno recuperati dalla falegnameria di Mast’Alfred. Ci arrampicavamo con la 500 sbuffante (che sembrava volersi fermare da un momento all’altro) lungo la ripida salita con altre auto di nostri amici al seguito. Questi strombazzavano da dietro per sorpassarci. Dal finestrino abbassato facevamo segno di stare calmi per non urtare la sensibilità dell’auto; invece quelli da dietro suonavano ancora più forte. Arrivati al parcheggio del locale, le macchine emettevano fumo per il sovraccarico e bisognava aggiungere acqua al radiatore. Eravamo sempre in tanti con tanta voglia di divertirci. Il Castello Aragonese faceva da sfondo, il cielo stellato, la luna, le luci che illuminavano i pini e i giganteschi cipressi facevano da cornice e creavano l’atmosfera ideale per confidare in una serata speciale. I Pooh andavano per la maggiore con la loro nuova canzone “Tanta voglia di lei”. Una sera, sempre alla Pinetella, abbordammo tre turiste straniere, una piacente signora accompagnata da due ragazze di cui una era sua figlia. Restammo a ballare fino a tardi. La serata continuò toccando l’apice del divertimento quando raggiungemmo Ischia Ponte per recarci da Boccia a mangiare quel pane magnifico, caldo sfornato da poco ripieno di abbondante mortadella accompagnato da birre fredde. A nostra insaputa al night club Castillo si esibiva Peppino di Capri. Così pensammo bene di fare il bagno fra gli scogli e abbandonarci alle romantiche melodie del provvidenziale Peppino. Queste esperienze capitano senza programmazione, le vivi e pensi di trascorrere una normale serata d’estate. Quegli episodi ti accompagnano per tutta la vita assieme alle canzoni del momento! www.peppinodesiano.it